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Il termine depressione è ormai entrato nel linguaggio comune per indicare uno stato di acuta e profonda tristezza. Si tratta di uno dei cosiddetti ‘disturbi dell’umore’, e si può descrivere come un ‘sentirsi tristi, abbattuti, incapaci di svolgere i compiti della vita quotidiana e nell’impossibilità di essere aiutati *. Ad essa si accompagnano ‘mancanza di energie, anedonia (incapacità di godere dei normali piaceri) e disturbi vegetativi (problemi di alimentazione, sonno e autoregolazione)’#. Vi è in generale una perdita di interesse per le attività della vita quotidiana o per ciò che un tempo era ritenuto piacevole; è come se la vita a un tratto avesse perduto colore e sapore, e non avesse più il gusto di prima.
Momenti di tristezza o sconforto sono comuni a tutti e fanno parte della normale altalena di emozioni della vita di ognuno; ciò che però contraddistingue la depressione è il fatto di arrivare ad intaccare la capacità dell’individuo di far fronte a tali emozioni, tanto che esso si trova in difficoltà nel gestire serenamente la propria vita, il lavoro e le relazioni.
La depressione può essere più o meno accentuata, con emozioni di tristezza, sconforto e abbattimento più o meno intense, e può durare da qualche settimana fino anche ad anni. Vi possono essere delle fasi depressive reattive ad un evento drammatico, ad esempio un lutto, la perdita di una relazione o del lavoro, oppure possono nascere delle depressioni cosiddette ‘endogene’, ossia senza un evento specifico esterno che le abbia provocate. E’ come se la persona ad un tratto avvertisse di non avere le capacità per far fronte ad una situazione esterna o interna difficile e sconvolgente, ed iniziasse come difesa a chiudersi sempre più in sé stessa e ad avvertire un senso di fatica nello svolgere le attività quotidiane, che vengono ridotte progressivamente.
La depressione può essere intesa non solo come una fase acuta di tristezza ma anche come un modo abituale di affrontare la vita; in questo caso si parla di ‘organizzazione cognitiva di tipo depressivo’ *. Con ciò si intende un modo costante e abituale di considerare sé stesso e gli altri, ossia il veder sé stessi privi di capacità o di valore e ritenere gli altri migliori e più meritevoli; si possono alternare momenti di eccessiva valutazione ed idealizzazione degli altri a momenti di svalutazione di sé. Vi può essere un approccio pessimistico e negativo agli eventi, ad esempio nel vedere sempre l’aspetto sfavorevole di un accadimento o immaginando esiti negativi di eventi futuri. Rispetto a sé vi possono essere timori di fallire o di non farcela ad affrontare le varie sfide quotidiane, accompagnati da una sensazione di incapacità e inferiorità. Solitamente si dirigono all’interno, verso di sé, critiche e percezioni di essere mancanti, con la costante sensazione di non aver fatto mai abbastanza. In altre parole si ha un’immagine di sé molto negativa, poiché ’ciò che si sente perduto o danneggiato è una parte del sé’ #.
Può accadere che questa modalità inizi a strutturarsi già nell’infanzia e nell’adolescenza, per poi diventare una modalità abituale nell’età adulta. A volte vi possono essere all’origine carenze affettive nella relazione coi propri genitori, ed una difficoltà nel vedere riconosciuti i propri bisogni e necessità; ciò porta anche da adulti a sperimentare nelle relazioni un timore costante di critica, rifiuto ed abbandono.
I motivi alla base della depressione possono essere i più svariati, dal timore di abbandono al senso di colpa o la scarsa stima di sé; per questo diventa importante conoscere cosa essa significhi per ognuno. Il rischio insito in essa è che diventi un momento di stallo, un pantano in cui non si riesce a trovare l’energia per uscirne ma, come ogni cosa nella vita, anch’essa può trasformarsi in una grossa opportunità.
Se guardiamo bene la depressione, essa è un momento di forte introspezione durante il quale si guarda dentro di sé e si cerca di osservare gli eventi più in profondità; è un momento di chiusura verso il mondo esterno, e al contempo di apertura verso il proprio mondo interno e di ascolto. Può aiutare in questo contesto prendere in prestito l’immagine della ‘Ruota della medicina’ degli Indiani d’America: essa consiste in un cerchio al cui interno è inscritta una croce, dove ad ogni vertice corrispondono un punto cardinale e una caratteristica dell’essere umano §. E’ interessante notare come alla posizione Ovest, del tramonto del sole e dell’arrivo della notte, siano fatti corrispondere la caratteristica dell’introspezione ed il colore nero, aspetti che ricordano la depressione, mentre al suo opposto, ossia alla posizione dell’Est e quindi del risveglio del sole, sia fatta corrispondere l’illuminazione. Così come ogni cosa richiama il suo opposto e in esso vi è contenuta, così l’illuminazione contiene e necessita dell’introspezione e l’introspezione contiene in sé i semi della conoscenza di sé e può portare a nuovi insight. La depressione può quindi essere trasformata in un’occasione di ascolto profondo di sé, non tanto per trovare aspetti propri ritenuti sbagliati ma al contrario per scoprire nuove risorse e capacità e incominciare a vedersi con occhi nuovi.
Sta solo a noi sfruttarne l’occasione.

* Mente e comportamento, A. Galeazzi, P. Meazzini, Giunti Ed.
# La diagnosi psicoanalitica, N. Mc Williams, Casa Ed. Astrolabio
§ Sette frecce, Hyemeyohsts Storm, Ed. Corbaccio