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Carl Gustav Jung fu uno psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero, ed elaborò delle riflessioni innovative riguardanti la psiche umana.
La sua teoria psicologica è molto articolata e complessa, e questa breve trattazione non pretende di essere né completa né esaustiva.
Secondo Jung lo scopo dello sviluppo psichico umano è l’individuazione, ossia il “diventare sé stessi, attuare il proprio sé”, realizzare ciò che vi è di più genuino e autentico in ognuno di noi. L’individuazione è un processo spontaneo e naturale, presente in ogni individuo, impossibile però da compiere pienamente: essa è più un obiettivo verso cui tendere, una direzione da seguire. Lo stesso Jung afferma che “la personalità, intesa come piena realizzazione della totalità del nostro essere, è un’ideale irraggiungibile. […] gli ideali non sono che indicatori della via da percorrere, e mai mete finali”*.
Nella strada verso l’individuazione è importante iniziare a conoscere quegli aspetti di sé di cui non si è consapevoli; in questo senso i sintomi come ansie e paure fungono da “allarme” che rivelano uno squilibrio nella propria personalità e che indicano quali atteggiamenti sia necessario modificare; ciò comporta il creare un dialogo col proprio inconscio.
Un elemento innovativo della psicologia di C.G. Jung è l’aver dimostrato l’esistenza, oltre che dell’ inconscio personale, anche dell’inconscio collettivo, ossia di quell’insieme di immagini ed esperienze ereditarie che ciascuno ha in sé sin dalla nascita, comuni a tutti gli esseri umani. Fanno parte dell’inconscio collettivo gli archetipi (es. l’archetipo del padre e della madre, del vecchio saggio, ecc…): le immagini archetipiche racchiudono in sé l’esperienza di tutta l’umanità riguardo ad esempio cos’è un padre o una madre. Tali immagini costituiscono la base su cui poi ognuno crea le proprie personali esperienze nella vita. Le immagini archetipiche si ritrovano nei motivi mitologici e nelle fiabe popolari di tutto il mondo, come ad esempio l’eroe che sconfigge il drago, il saggio, il re e la regina: essi descrivono e narrano esperienze comuni a tutto il genere umano, come ad esempio l’affrontare le difficoltà o il trovare le risorse dentro di sé.
Gli archetipi si ritrovano anche nei simboli, ossia in quelle immagini che emergono ad esempio tramite i sogni e i disegni di ognuno e che consentono di scoprire parti di noi finora sconosciute.

* cit. tratta da J. Jacobi, La psicologia di C.G. Jung, ed. Bollati Boringhieri