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Attacco di panico: manifestazioni fisiche e psicologiche
L’attacco di panico fa parte del quadro più ampio dei disturbi d’ansia, e forse ne rappresenta l’aspetto più drammatico e spaventoso. Comunemente si usa dire ‘ho avuto un attacco di panico’ per indicare una qualunque manifestazione ansiosa di una certa intensità, ma in realtà esistono dei sintomi fisici ben definiti col quale esso si manifesta.
Essi sono, per citarne alcuni: tachicardia, sudorazione, tremori, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, brividi o vampate di calore *. A livello psicologico si manifesta con un’intensa paura di morire, impazzire o avere un infarto (ib).
Bisogna però precisare che, prima di poter ipotizzare un attacco di panico, è importante contattare il proprio medico per fare gli accertamenti atti ad escludere eventuali patologie organiche.

Incontrollabilità
E’ evidente come l’attacco di panico si manifesti fortemente sul piano fisico, con una serie di sensazioni talmente intense da sopraffare l’autocontrollo e la volontà della persona. Una delle sue caratteristiche è proprio la sensazione che sia incontrollabile e che arrivi come ‘un fulmine a ciel sereno’, senza che apparentemente vi siano connessioni o spiegazioni che lo giustifichino.

Paura della paura
Dopo il primo episodio, può capitare che l’attacco di panico si ripeta difronte a quegli stessi stimoli e situazioni che l’hanno innescato la prima volta, creando così un fenomeno di condizionamento e di ‘paura della paura’*. L’attacco di panico è proprio caratterizzato da questa paura o angoscia intensa che, come conseguenza, possono generare l’esigenza di fuggire dalla situazione ansiogena.

Agorafobia
Se gli attacchi di panico si ripetono può generarsi un fenomeno di agorafobia, ossia l’ansia sperimentata in situazioni dove non sia possibile allontanarsi agevolmente per ricevere aiuto in caso di malessere o attacco di panico*. La persona in tali situazioni può creare con la famiglia e/o con gli amici una rete di sostegno e aiuto, chiedendo alle persone vicine a sé di accorrere a dare conforto in caso di necessità. Essa sperimenta quindi le zone della sua vita quotidiana come ‘sicure’ o ‘pericolose’ a seconda della vicinanza con la rete di aiuto o a seconda del fatto che lì vi possano insorgere o meno attacchi di panico. Ciò può generare una forte limitazione alla libertà personale e di movimento.

Panico: l’origine del nome
Ma cosa può significare dal punto di vista psicologico l’attacco di panico?
Per comprendere meglio questo fenomeno è importante partire dall’origine della parola stessa.
‘Panico’ deriva dal nome del dio greco Pan. Graves, ne I miti greci, afferma: ‘l’improvviso urlo di Pan che atterrì i Titani divenne proverbiale e diede origine alla parola panico’ #.

Pan: caratteristiche
Pan era, nella mitologia, un dio dall’aspetto metà umano e metà caprino, dalla genealogia incerta: in più versioni del mito infatti la sua nascita viene fatta risalire a divinità ogni volta differenti. Ciò costituisce già un elemento interessante, poiché simboleggia la capacità di Pan di sorgere in qualunque luogo e di generarsi anche spontaneamente, esattamente come avviene con l’attacco di panico °.
Pan viveva in Arcadia, ‘dove pascolava le greggi e allevava le api; partecipava alle veglie delle ninfe montane e aiutava i cacciatori a snidare la preda’ #. Egli viveva in boschi e caverne, in un habitat naturale. Simbolicamente, quest’ambiente selvaggio rappresenta quei luoghi dell’inconscio in cui risiedono gli aspetti più naturali di noi, come l’istinto.

L’istinto
L’istinto è caratterizzato dall’essere un comportamento coatto, forzato, un qualcosa che coglie l’individuo senza che egli ne sia padrone; afferma Hillman che ‘l’esperienza di Pan sfugge al controllo del soggetto volitivo e della sua psicologia egoica’ °. La caratteristica dell’istinto è quella di generare una reazione del tipo tutto / nulla, attrazione / repulsione. Nel caso dell’attacco di panico, genera una reazione di fuga dalla situazione, come meccanismo di reazione protettiva, esattamente come accade nella reazione alla paura. Il panico difatti ha due facce: se vissuto in rapporto ad una situazione esterna, è vissuto come paura; se vissuto internamente, senza percepire il rapporto con uno stimolo esterno, è vissuto come angoscia °.
Ma cosa può significare questa reazione di paura? ‘La paura, come l’amore, può diventare un richiamo della coscienza; si incontra l’inconscio, l’ignoto’ #. L’esperienza dell’attacco di panico può quindi costituire un richiamo per la coscienza, che con una reazione forte vissuta sul corpo richiama l’attenzione dell’individuo verso gli aspetti più naturali e istintuali di sé, che probabilmente hanno un messaggio da portare alla mente conscia.

Pan e la consapevolezza corporea
Ecco che si rivela quindi l’altro aspetto di Pan, la sua capacità di riflessione, di autocoscienza e di consapevolezza: ‘Pan ci dice che il più forte desiderio della natura dentro di noi […] è di unirsi con sé stessa nella consapevolezza’ °. Il mito stesso dice che ‘Apollo andò a cercare Pan […] e dopo avergli strappato con blandizie i segreti dell’arte divinatoria, si impadronì dell’oracolo delfico’ #. Nel mito, quindi, viene detto che Apollo, il dio delle profezie e dell’oracolo di Delfi, in realtà rubò quest’arte proprio a Pan.

Ma che tipo di consapevolezza è quella a cui tende Pan? Non è una consapevolezza di sé mentale e razionale, bensì una consapevolezza legata al proprio corpo, al sentire dentro di sé a livello fisico e viscerale cosa è giusto per sé stessi e cosa non lo è; è una ‘consapevolezza corporea di come, quando e cosa fare’ °, legata all’agire correttamente per sé stessi. E’ un ascoltare il proprio corpo, oltre che la propria mente, e agire in uniformità con esso.
Forse quindi l’attacco di panico può rappresentare un richiamo verso un ascolto più profondo di sé, un richiamo a riscoprire aspetti più viscerali e istintuali che sono rimasti inascoltati.
Si possono così conoscere aspetti di sé più profondi, e si può ridare un significato ad eventi e situazioni che apparentemente non ne hanno.

Bibliografia
* A. Galeazzi, P. Meazzini, Mente e comportamento, Ed. Giunti
# R. Graves, I miti greci, Ed. Longanesi
° J. Hillman, Saggio su Pan, Ed. Adelphi