TRADUZIONE E RIASSUNTO: Dott.ssa Chiara Tumminello

ARTICOLO ORIGINALE: What causes IBD?, di Kelly Crumrin, dal sito https://www.mycrohnsandcolitisteam.com/resources/what-causes-ibd?utm_source=twitter&utm_medium=organicsocial&utm_content=MyCrohnsAndColitisTeam&utm_campaign=SEOcauseIBD

Immagine di copertina: Mohamed Hassan da Pixabay

Cosa scatena l’infiammazione che conduce ai sintomi di un IBD? Al giorno d’oggi le cause sono ancora sconosciute, ma alcuni ricercatori pensano che il sistema immunitario identifichi erroneamente alcuni batteri intestinali come dannosi e scateni una reazione immunitaria contro di essi. Qualunque sia la causa scatenante, il risultato è un’infiammazione che conduce a un’alterazione della mucosa intestinale, provocando i caratteristici sintomi dell’IBD. Nonostante molte ricerche abbiano messo in evidenza che fattori genetici e ambientali influenzano la predisposizione individuale allo sviluppo di queste malattie, non è ancora chiaro come mai alcuni sviluppino la malattia ed altri no; si rendono necessari ulteriori studi di approfondimento.

I FATTORI EREDITARI

Nonostante gli studi abbiano identificato vari geni collegati allo sviluppo di Crohn o RCU, si è visto che l’IBD non sembra essere trasmesso dai genitori secondo un chiaro schema genetico.
Per quanto riguarda la predisposizione ereditaria, è emerso che circa il 10% delle persone con una diagnosi di Crohn o RCU hanno un parente di primo grado (genitore, figlio o fratello) che pure ha sviluppato la malattia. I parenti di primo grado di persone con IBD hanno circa il 20% di rischio in più di sviluppare anch’essi la malattia. Circa l’85% di persone con IBD non hanno invece nessun parente che abbia sviluppato il Crohn o la RCU.
L’etnia potrebbe influenzare la predisposizione all’IBD. Per lungo tempo si è creduto che il Crohn o la RCU fossero più comuni nella la popolazione europea rispetto ad altre, ma negli ultimi vent’anni il tasso d’incidenza della malattia è in aumento anche tra le popolazioni di origine africana, asiatica e sudamericana.
Per quanto riguarda il sesso, uomini e donne hanno la stessa probabilità di sviluppare la malattia, ma si è visto che le donne sono più predisposte a sviluppare il Morbo di Crohn mentre gli uomini la RCU.
Per quanto riguarda l’età, anche se la maggior parte delle diagnosi viene fatta tra i 15 e i 30 anni, i sintomi possono comparire a qualunque età.

I FATTORI AMBIENTALI

Si è visto che coloro che vivono nei paesi industrializzati e nelle grandi aree urbane hanno un rischio significativamente maggiore di sviluppare il Morbo di Crohn, forse a causa della dieta più ricca di grassi e zuccheri.
Il clima è un altro fattore geografico che potrebbe influenzare lo sviluppo di IBD: infatti chi vive a latitudini più settentrionali ha un maggior rischio di sviluppare la malattia rispetto a chi vive a latitudini inferiori, forse per i minori livelli di vitamina D dovuti alla minor esposizione al sole.
Vi è anche un’“ipotesi dell’igiene” secondo la quale l’alto livello d’igiene delle società industriali porterebbe ad avere un sistema immunitario non ben bilanciato, cosa che potrebbe condurre ad un maggior sviluppo di allergie e malattie autoimmuni.
L’uso delle sigarette sembra raddoppiare il rischio di sviluppare il morbo di Crohn.
Per quanto riguarda invece l’utilizzo prolungato di alcuni farmaci come fattore predisponente lo sviluppo di un IBD i risultati sono ancora contrastanti, ma si è visto che l’utilizzo di alcuni antinfiammatori o di antibiotici potrebbe potenzialmente causare o esacerbare il morbo di Crohn. Tali risultati non sono emersi per quanto riguarda lo sviluppo di RCU.